mercoledì 14 aprile 2010

Nascita di un museo

Cambiamenti dell’assetto socio-economico del territorio monterchiese (agricoltura,passaggio di grandi vie di comunicazione ) ci inducono a considerare l’opera di tutela del patrimonio archeologico del sottosuolo impellente.
La casualità non sempre viene in soccorso a ciò. Disporre di strumenti per poter individuare aree a rischio è il vero problema e una carta archeologica della zona può preservare i tesori nascosti nel suolo e salvare le vestigia di civiltà scomparse.
Il lavoro che da anni mi appassiona è la ricerca nel territorio di Monterchi della conferma dei tanti “si dice” “si pensa”riguardo al nostro passato storico quindi dal 2000 ho cercato mediante una ricerca di superficie di recuperare materiale che possa aiutare a tal scopo.
Ho diviso il territorio in quattro settori e ed ho iniziato la raccolta di materiale controllando la zona ad est di Monterchi in pratica i campi che costeggiano la strada che porta a Lippiano. I materiali recuperati non sono molti. Qualche pezzo di vasellame ,laterizi che comunque stanno ad indicare che questa zona anticamente,forse in epoca romana era abitata.
Pure la zona sottostante a Petretolo sembrerebbe avuto in passato varie frequentazioni sempre d’epoca romana ( romano od etrusco lo uso a mò d’inventario dato che il materiale deve essere ancora studiato ma che comunque appartiene ad uno di questi periodi).
Venendo verso il paese sotto le mura cittadine in un campo attiguo la Madonna del Parto ho recuperato altro materiale .Purtroppo questo sito è stato forse interessato dallo scarico di terreno in seguito al terremoto del 17 dato che il materiale è sia romano che medievale e pure ottocentesco.
Va detto pure ad onor del vero che in questa zona nel 1930 in Diringer segnala il recupero
di varie supellettili provenienti da alcune tombe a pozzetto e cappuccina scoperte in loco.
Pure verso S.Antimo nei campi attorno all’antica pieve il materiale che ho recuperato sta ad indicare la presenza di una villa romana(ceramiche depurate, elementi di condotti di calore etc) che in ogni modo è attestata in questo caso dalla Soprintendenza e da alcune campagne di scavo.
Verso ovest in zona Riolo son stati segnalati negli anni 80 sporadici ritrovamenti d’oggetti in selce appartenenti al paleolitico inferiore ed in questo luogo nel 2008 ho recuperato schegge di selce gialla e grigia simile ai ritrovamenti delle cosiddette “terre rosse” d’Anghiari.
Più avanti sulla sinistra in un campo che delimita un bosco che guarda la val Centena sono
affiorati materiali che possono essere ascritti ad un sito romano con probabile fornace.
Arriviamo quindi proseguendo a Catiglianello luogo oramai famoso per il ritrovamento di materiali fittili d’epoca etrusca .
Questo materiale ha fatto bella mostra di se in un’esposizione che ha avuto ed avrà spazio nello studio di questa civiltà dato la rarità del ritrovamento.
Questo anno alla ripresa dello scavo il sito ha restituito pure un’altra rarità ovvero una fornace romana del IV sec a.C.

Anche in questo caso l’enorme mole di materiale dovrebbe essere dato alla fruizione del pubblico
In una mostra a hoc.
Nella stessa zona ho ritrovato altro materiale (dardi di giavellotto, schegge,lamine di selce) che dovrebbero appartenere ad un periodo neolitico e forse paleolitico inferiore.
Pure le alture del nostro territorio sono interessanti per un’eventuale ricerca archeologica.
La Murcia così pure la Padonchia sono disseminate di costruzioni e massi con incisioni che potrebbero risalire ad epoche preistoriche ma che comunque sono il retaggio di manufatti umani
quanto meno interessanti dal punto di vista etnografico.
Tutto il materiale da me ritrovato attualmente è costudito in un locale che l’amministrazione ha messo a disposizione rispondendo entusiasticamente ad un invito della dott Salvini della soprintendenza di Firenze.
In questo locale dopo una prima pulizia dei reperti si passa alla loro siglatura e viene approntata una scheda tecnica per ogni manufatto operazione forse noiosa ma della massima importanza ai fini di uno studio scientifico dei ritrovamenti.
Quindi come si vede la ricerca archeologica si basa si sulla passione di chi cerca ma deve essere supportata da istituzioni sensibili .
Senza l’aiuto dei Comuni e delle Soprintendenze tutti i ritrovamenti cadrebbero nell’oblio perdendo strada facendo dati importantissimi per capire il nostro passato.
Capire e studiare il passato può aiutare a donare un futuro migliore a tutta la comunità…

Nessun commento:

Posta un commento